Agenda italiana ONU: priorità alla tragedia delle spose bambine
L’Italia dalla parte delle spose bambine: vittime di una violazione dei diritti umani che ne limita l’istruzione delle giovanissime donne e provoca danni alla loro salute fisica e emotiva.
È una priorità dell’agenda italiana all’Onu, come e’ stato sottolineato dalla Rappresentanza Permanente alle Nazioni Unite nel corso di un evento ad hoc organizzato al Palazzo di Vetro.
L’Italia organizzerà su questo tema un evento di alto livello il prossimo 22 settembre, a margine dei lavori dell’Assemblea Generale Onu. I matrimoni precoci e spesso forzati trovano profonde radici negli squilibri di potere tra donne e uomini, in stereotipi e leggi che rispecchiano l’idea che la donna debba ricoprire un ruolo sociale e familiare subalterno, regolato da modelli patriarcali, sul consenso al controllo sociale sul corpo e sulle scelte sessuali delle donne.
È’ un circolo vizioso: secondo frati 2013 nei Paesi in via di sviluppo una bambina ogni 3 si sposa prima dei 18 anni, 1 su 9 e costretta a sposarsi addirittura prima dei 15. Le bambine prive di istruzione hanno il triplo di probabilità in più di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a quelle con livello di istruzione secondario o più alto. Nei 4 Paesi in cui i matrimoni precoci sono più diffusi – Niger, Chad, Bangladesh e Guinea – oltre il 60% delle ragazzine prima dei 18 anni è sposata. Le figlie di madri giovani analfabete hanno la più altra probabilità di abbandonare la scuola, sposarsi giovani e ricadere nella povertà .