Le donne sono lobbiste migliori degli uomini?

lobbySì, leggendo i dati di un recente studio di LegiStorm, pubblicati su The Atlantic: “In media un contratto stipulato tra un cliente e una lobbista donna vale di più di uno firmato da un lobbista uomo. Inoltre, un team di due donne ottiene mediamente contratti più profittevoli di quelli stipulati da due uomini”.

LegiStorm è un centro studi apartitico che compie ricerche sul congresso americano.

Grazie ad un algoritmo creato ad hoc e ai dati del registro delle lobby che operano attorno a Capitol Hill, ha analizzato il business di quasi tre miliardi di dollari che alimenta questo settore, confrontando i contratti stipulati negli anni 2002, 2007 e 2012.

Concludendo che “le donne che lavorano nelle lobby ottengono prestazioni migliori dei colleghi maschi con contratti più redditizi e clienti più danarosi”.

Si tratta di un risultato sorprendente, soprattutto perché l’ambiente dei gruppi di pressione a Washington è ancora fortemente maschile: nel 2012 le donne impiegate nel settore erano solo il 35% del totale.E in Europa? C’è parità di genere per quel che riguarda l’accesso al settore. Il sistema europeo è un po’ diverso da quello americano.

Ci sono due tipi di lobby, le trade association, le associazioni che rappresentano gli interessi di un determinato settore industriale o di una parte sociale (come la European women lobby), e le consultancy: agenzie di consulenza e compagnie private che curano le pubbliche relazioni e i pubblic affairs, facendo una vera e propria azione di lobbing sui soggetti politici ed economici che operano qui a Bruxelles, per influenzare le loro scelte e tutelare gli interessi dei propri clienti.

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