EXPO, MOSE… la misura è colma!
Prima lo scandalo dell’EXPO, ora quello del MOSE… Politici e amministratori arrestati per aver favorito un’azienda piuttosto che un’altra, come il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e l’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan, appartenenti a schieramenti diversi, dimostrando che la politica è tutta marcia, a prescindere dall’essere di destra o di sinistra.
E, ancora una volta, l’Italia fa una figuraccia agli occhi del resto del mondo. Non aveva torto il mitico Totò che rispondeva con “Cosa c’è da mangiare?”, quando gli parlavano di politica… Che vergogna…
Tanto denaro pubblico sperperato dalla lobby corrotta dei politici, anziché essere usato per i giovani…
Sì, perché non c’è bisogno di essere grillini per urlare ai quattro venti che l’Italia è sempre meno un Paese per giovani.
Innanzitutto, perché lo dice l’ISTAT: il 58,6% dei disoccupati giovani cerca lavoro da un anno o più. In pratica un ragazzo italiano su due vorrebbe lavorare, mettersi in gioco, rimboccarsi le maniche, ma il “nostro†Paese offre solo le briciole, per giunta scadenti e precarie.
Ecco perché – e giustamente – i nostri giovani sono arrabbiati contro i governanti del recente passato e del presente, principali responsabili di un mercato del lavoro senza le garanzie necessarie per valorizzare i talenti, incentivare le idee e assicurare un futuro degno di questo nome.
E naturalmente stanno peggio i giovani del Sud, dove un buon impiego ha la stessa probabilità di un sei al Superenalotto.
Cosa resta da fare, quindi?
Il mio consiglio è spostarsi, “autoesiliarsi†per un po’, partecipare attivamente alle dinamiche economiche di altri Paesi, allargando così i propri orizzonti.
Dopodiché, tornare al Sud, perché se è vero che “Cu nesci, arrinesci†(chi va via, riesce), per dare una smossa alla nostra terra, occorre che i nostri giovani tornino, con il bagaglio di conoscenze e professionalià apprese durante la permanenza altrove. Così come ho fatto io.
Sì, so che non è una scelta facile. Soprattutto per chi nutre un profondo e inesauribile sentimento per la propria famiglia. Ma solo così, se si ha l’ambizione di credere in se stessi e di pretendere più di quello che passa il convento, si può davvero tornare vincenti a casa.
Mai disperarsi. Anzi, ogni qual volta si tocca il fondo, è proprio quello il momento per reagire ed avere un sussulto di orgoglio così da risalire la china.
Bisogna, in pratica, che i giovani si mettano al centro del proprio mondo per contribuire attivamente al rilancio dell’economia del Meridione, paradossalmente mettendosi in gioco al Nord.
È ora di sbracciarsi, di lavorare sul serio e di “mandare a casa†chi davvero se lo merita… altro che rottamare… è il momento di fare terra bruciata attorno a chi ci sta prendendo in giro e a chi, magari, cerca di “comprarci†con 80 euro, proprio come faceva la vecchia DC con il pane e la pasta. Non siete stanchi?