“Ho 422 amici eppure sono solo”, è l’inizio di una storia che ci riguarda da vicino- VIDEO
La vita è oltre lo schermo. Smetti di fissarlo per un attimo, chiudi gli occhi, inspira, respira, pensa. Chiama tuo padre, la tua ragazza, un amico. Chiedigli di vedervi, di prendere un caffè. Di sorridere insieme.
Siamo così assuefatti alla tecnologia che non ci accorgiamo più di tutto quello che abbiamo intorno. L’unica cosa che conta è essere sempre connessi. Connessi ad un lmondo irreale e immateriale, dove gli amici “sociali” non corrispondono agli amici reali, dove frasi finte, pensate per ore prima di essere scritte su una bacheca virtuale, hanno il solo scopo di far apparire la vita migliore di quella che è.
“Ho 422 amici, eppure sono solo. Parlo con loro ogni giorno ma nessuno mi conosce veramente”.E’ l’inizio di una storia che ci riguarda molto da vicino. “Il mio problema è la differenza tra il guardare nei loro occhi o un nome sullo schermo”.
“Look up”, cortometraggio scritto, diretto e interpretato dal film-maker Gary Turk, si rivolge a una “generazione di connessi” e quindi a ognuno di noi. Il messaggio è molto chiaro: “Alza gli occhi. Se sei troppo impegnato a guardare in basso non ti accorgerai delle opportunità che perdi”.
Ogni frase è tagliente come la lama di un coltello. “Stiamo diventando asociali, non ci basta più parlare con gli altri, guardare negli occhi qualcuno”. E ancora: “Siamo circondati da bambini che fin dalla nascita ci vedono vivere come robot e pensano sia normale, ma non sarai il miglior padre del mondo se non sai intrattenere un bambino senza un iPad”.
Eppure per sentirsi meno soli basterebbe mettere da parte smartphone e Tablet, alzare gli occhi dagli schermi e usare ogni occasione per socializzare: l’attesa alla fermata di un autobus o un viaggio in treno. Perché “basta solo un incontro per fare la differenza”.