Istat: una madre su quattro perde il lavoro dopo due anni dalla nascita del figlio
Proprio dall’Istat, che nel 2012 ha pubblicato gli ultimi dati, ci viene il un quadro completo del fenomeno maternità e lavoro. Nel 2010 erano occupate il 64,7% delle donne in attesa di un figlio, diventando il 53,6% due anni dopo la nascita del bambino. Quelle licenziate erano il 23,8%, quelle il cui contratto non è stato rinnovato o l’azienda aveva chiuso sono il 15,6%, quelle che dichiaravano di essersi licenziate sono il 56,1%. Il dato che preoccupa è che in dieci anni, dal 2002 al 2012 le donne che hanno perso il lavoro sono aumentate del 40%. Nel 2012 quasi una madre su quattro a distanza di due anni dalla nascita del figlio non ha più un lavoro, un dato stabile nel tempo.
«E’ un dato pesante, strutturale che si trascina negli anni, si evidenzia che c’è un problema serio nel rapporto maternità -lavoro -commenta Linda Laura Sabbadini direttrice dipartimento Statistiche sociali dell’Istat – .
È un problema che si ritrova anche in altri Paesi europei, il tasso di occupazione cala da donne senza figli a donne con figli, ma non nella dimensione che assume in Italia. Questo è dovuto al combinarsi di una serie di motivazioni, quella fondamentale è la conciliazione dei tempi di vita delle persone, ovvero l’organizzazione dei tempi per sé stessi, la famiglia, il lavoro.
Siamo una società rigida, e la conciliazione non è mai stata perseguita con forza mentre nei paesi nordici l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro fin dagli anni 50 ha visto un impegno forte nelle politiche sociali e dei servizi. Noi abbiamo avuto la legge sui congedi parentali e sui servizi innovativi dell’infanzia solo nel 2000, un momento particolarmente effervescente che non ha avuto un’adeguata continuità ».