La Sicilia e l’Impero dei Florio

targa florioAgli occhi di tutti in via dei Materazzari: il Leone Bevente. Lo volle Vincenzo.

La sua figura febbricitante che si trascinava sulle sponde di un fiumiciattolo bevendone l’acqua scorrente lungo la radice dell’albero della china.

Mi piace legare il prologo dell’avventura dei Florio alla prima grande intuizione, ovvero, la commercializzazione di un farmaco ricavato dalle radici o dalla corteccia dell’albero della china: il cortice.

In una Sicilia infestata dalla malaria, un medicinale impiegato contro la febbre terzana non poteva riscuotere che un grande successo. Calabresi di Bagnara arrivano in Sicilia sul finire del ‘700, i fratelli Paolo ed Ignazio non sanno ancora che il destino della Famiglia a cui danno il nome si legherà nel secolo successivo alle vicende imprenditoriali, finanziarie e di costume di una intera isola: la Sicilia.

Nell’arco di quattro generazioni hanno dato vita ad un impero: l’Impero Florio. Vincenzo, fu il fondatore della potenza finanziaria della casa. Appena compiuta la maggiore età intraprese una serie di viaggi mirati alla conoscenza dei maggiori centri industriali europei.

Tornato in Sicilia con un notevole bagaglio di esperienze inizia diverse attività imprenditoriali: dalla attività armatoriale alla Fonderia Oretea; dalla pesca e conservazione del tonno sott’olio alla produzione del Marsala, non dimenticando il prestigio conquistato negli ambienti dell’alta finanza. Una escalation di intuizioni e successi.

Prosegue sulla strada del padre, Ignazio Senior, connotando le vicende della famiglia in un ambito finanziario sempre più forte. Sul finire dell’800 il nome Florio gode del rispetto degli ambienti più influenti in Italia ed Europa.

Ai Florio si deve la costruzione di Villa Igiea, l’incantevole albergo che occupa la parte più bassa delle pendici del parco di Villa Belmonte. Il suo nucleo architettonico più importante è quello costruito da E. Basile negli anni 1899-1900. Ignazio Junior, fonda il giornale L’Ora e nel 1905 assume l’impresa dei Teatri Massimo e Politeama.

Vincenzo Florio (1883-1959) nel 1906 inaugura la prima di un gloriosa serie di gare automobilistiche internazionali: la Targa Florio.

Icona del tempo Florio è “Donna Franca” (1873-1950), come venne chiamata dai siciliani. Fu una delle figure di maggior spicco della Belle époque italiana, determinando insieme al marito, l’armatore Ignazio Florio Jr, gusti e stili della società palermitana. Il passaggio al nuovo secolo registra uno scenario mutato.

“F.lli I. e V. Florio: due nomi abbreviati che per un secolo hanno dato il senso della continuità, associati all’insegna del leone bevente che dai primi anni dell’ottocento distingueva la casa.

Un simbolo spezzato.

La mancanza di eredi non avrebbe più permesso al leone febbricitante di trovare ristoro nelle acque che lambivano il cortice.

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