L’Italia è a pezzi ma non smettiamo di credere ad un nuovo “Rinascimento”
Duecentoundicimila posti di lavoro persi nei primi tre mesi dell’anno. E sei casi su dieci sono giovani.
Numeri drammatici che confermano quello che sappiamo da tanto e troppo tempo: la nostra società tendenzialmente sempre più povera.
Una economia messa a dura prova, perché, non solo dal lavoro che non ce ma anche dai “difetti” del sistema: l’Italia è uno dei Paesi con il livello più alto d’Europa in termini di evasione fiscale, corruzione e infiltrazione criminale.
E combattere i disonesti non è di destra o di sinistra. E’, prima di tutto, un’azione doverosa e civile che ci riguarda tutti, da affrontare anche sul piano culturale e dei valori.
La nostra Nazione, poi, continua ad essere spaccata: ce il Nord e ce il Sud. La “Questione Meridionale, in effetti, è ancora da risolvere, nonostante siano passati più di 150 anni dall’Unità: il Mezzogiorno resta arretrato rispetto al resto della Penisola e dell’Europa. Ecco perché non esiste (ancora) un’Italia ma due Italie. Non per colpa, come vogliono fare pensare taluni, del Settentrione che aspira le nostre risorse ma delle classi dirigenti del Sud che si sono succedute nel tempo, nessuna esclusa, responsabili del ritardo dello sviluppo e della crescita economica.
Il nostro Stato, inoltre, è talmente debole che è adesso incapace di promuovere alcuna spinta modernizzatrice, che colpisce non solo il piano economico ma anche e conseguentemente quelli istituzionale, civile e culturale.
Questa consapevolezza, perché, non deve generare panico e rassegnazione: la storia dell’umanità insegna che si può passare dal declino ad un nuovo Rinascimento, perché il disastro attuale, dopo tutto, non è peggiore di quelli precedenti.
Ecco perché bisogna mettere da parte il pessimismo, che è un concetto non solo “emozionale” ma anche economico. Occorre tornare a fare impresa sul territorio, valorizzando i talenti e trasformandoli in risorse, sconfessando cos’è il pensiero che l’ottimismo sia solo il vedere che le cose vanno bene anche quando vanno male.
Basta piangere sul latte versato, demoliamo le vecchie fondamenta del sistema attuale e costruiamole delle nuove, su valori e principi innovatori e propositivi.