Al via il primo convegno nazionale “Immigrazione ed Emigrazione” organizzato da Fiori di Acciaio
Si terrà venerdì 13 novembre alle 17.30 a Palermo, presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, il primo convegno nazionale dal titolo “Immigrazione ed Emigrazione”, organizzato dall’associazione Fiori di Acciaio.
Al convegno interverranno Mario Morcone, Capo Dipartimento del Ministero degli Interni per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), l’on. Gianfranco Fini, la dott.ssa Laura Purpura, coordinatore dell’unità per gli immigrati, rifugiati e nomadi del Comune di Palermo, con la moderazione del giornalista Marco Damilano, vice direttore de L’Espresso.
Premiazione “Concorso di idee. L’immigrazione vista con gli occhi dei un bambino”
Durante il convegno, che servirà sopratutto per una profonda riflessione e la messa in atto di buone pratiche di intervento ed integrazione sociale, saranno premiati i ragazzi dell’Istituto comprensivo ‘Politeama’ che grazie alla collaborazione con Fiori di Acciaio della preside Virginia Filippone, hanno prodotto alcuni lavori sul tema delle migrazioni in merito all’iniziativa “Concorso di idee” indetta dall’associazione.
LE MIGRAZIONI
Secondo i dati dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), nel 2014 sono stati 101.297 gli italiani emigrati, in crescita dai 94.126 del 2013. Supera per la prima volta quota 100 mila il numero ufficiale degli italiani espatriati nell’arco dell’anno solare. Lo scorso anno ha fatto registrare il clamoroso balzo in avanti della Sicilia, che dal quarto posto è passato al secondo: 8.765 emigrati, contro gli 8.720 del Veneto. Ma chi sono i 100mila che l’anno scorso hanno detto addio al Paese del sole e della disoccupazione al 13%? Più uomini che donne (56% contro 44%), più 30-40enni (24.001) che 20-30enni (21.515). Per quest’ultima fascia di età, però, si registra un incremento del 28,4% rispetto all’anno prima. Cervelli in fuga, ma anche ragazzi disposti a fare lavori umili – purché fuori dall’Italia. Via dalla propria Regione alla ricerca di un futuro migliore con un bagaglio colmo di speranza.
Meridione vs Centro Nord
Nel corso dell’intero ultimo decennio l’emigrazione dalle regioni meridionali ha ripreso a marciare a un ritmo di oltre 50mila persone l’anno. Se ne sono andati in 523.726 (poco meno di una città come Palermo che ne conta 650mila). Palermo, nello specifico, ha perduto 29.161 abitanti. Il calo è stato del 4,2%. La Svimez avverte che di questo passo nel 2050 gli abitanti del Mezzogiorno scenderanno a poco più di 18 milioni contro i 20,9 di oggi. Ed è indiscutibile il nesso fra la massiccia ondata migratoria e l’assenza di lavoro. Fra il 2001 e il 2013 il tasso di occupazione è sceso al Sud dal 43,1 al 42% ed è salito al Centro Nord dal 61 al 62,9%. A Palermo siamo al 37,4 % con appena un giovane su 4,2 che lavora. Parliamo di un livello inferiore a tutte le più povere ripartizioni dell’Unione Europea: dalla Guyana francese a Melilla, enclave spagnola in Marocco. Per i giovani di età compresa fra i 15 e i 34 anni, poi, la situazione è ancora più spaventosa. In tutto il Sud il tasso di occupazione giovanile è precipitato dal 2001: 27,6%, a fronte di un già miserrimo 40,2% dell’intera Italia. Di conseguenza non può essere un caso se nel periodo compreso fra il 2000 e il 2012 il tasso di emigrazione dei meridionali laureati è cresciuto dal 10,7 al 25%. All’inizio degli anni Duemila faceva le valigie uno su dieci: oggi uno su quattro. Dal 1990 al 2012 hanno lasciato le Regioni meridionali 172 mila giovani con la laurea in tasca. Tutti diretti al Centro Nord o all’estero. Fuggono, per non voltarsi indietro. E quelli che poi ritornano si contano sulle dita di una mano.