‘RAGAZZE VINCENTI’: MA DOPO SETTANT’ANNI LO SPORT PROFESSIONISTICO IN ITALIA RIMANE UNA PREROGATIVA MASCHILE
Nel 1992 usciva al cinema ‘Ragazze Vincenti’, pellicola con Geena Davis, Tom Hanks e Madonna, che narra la storia, vera, della nascita della prima squadra di baseball femminile durante la seconda guerra mondiale, nata per sostituire i campioni impegnati al fronte. Essendo sempre stata una sportiva, vidi il film con i miei amici e compagni di squadra e mi commossi molto: questa storia fatta di sogni, di fatica quotidiana, di emancipazione personale, di solidarietà femminile, di rispetto delle persone e di crescita morale di un’intera società narrata con leggerezza e intensità, mi coinvolse allora come oggi, che l’ho rivista (credo per la…esima volta!) insieme ad alcune classi di seconda media per un progetto, portato avanti da me e da alcune colleghe della Consulta dello sport del CONI.
Queste donne furono allontanate, inizialmente con molte perplessità, da quelle che erano le loro abituali mansioni – mogli, madri, sorelle o poco più- per divenire protagoniste di un campionato sportivo professionistico e costruire la loro vita anche al di fuori dei ruoli precostituiti. Naturalmente, nessuna di loro, al termine della guerra quando gli uomini tornati dal fronte vollero riappropriarsi dei loro ‘ruoli’ , era desiderosa di tornare indietro a fare quello che faceva prima. Nacque e si consolidò, così, l’idea di una ‘lega’ al femminile, che vinse stereotipi e pregiudizi e gettò le basi per un’emancipazione sempre crescente. Era il dopoguerra, e le Donne erano solidali fra loro, per essere sempre meno ‘costola’ e sempre più Persone.
Sono passati più di settant’anni: pensate che ancora adesso, il CONI attua discriminazioni in campo sportivo fra uomini e donne, negando a quest’ultime in molte discipline lo standard del ‘professionismo’.
La strada, a quanto pare, è ancora lunga.