“Storia dello stupro e di donne ribelliâ€, l’ultimo libro di Enzo Ciconte
“Storia dello stupro e di donne ribelli†(Rubettino editore), ultimo libro di Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata all’Università Roma Tre ed esperto di ‘ndrangheta, tema al quale ha dedicato numerosi saggi. Storie non così antiche nel tempo e pregiudizi duri a morire, che ancora sopravvivono. Ed ecco, nel libro di Ciconte, sfilare le tante donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, di affrontare le aule di giustizia, di rivendicare libertà e autodeterminazione.
Donne che non hanno accettato né danaro né matrimonio, a riparazione dello stupro, ma che hanno preteso la condanna dei loro aguzzini. Non molte, forse, rispetto alla massa di coloro che hanno invece sopportato e pagato colpe non loro , ma che hanno comunque rappresentato il seme, la testa d’ariete, il filo rosso che oggi si è trasformato in una nuova consapevolezza dei diritti, diffusa e comune. E non solo da parte delle donne. Perché, accanto a quella minoranza di uomini, mariti o partner violenti e padri incestuosi o assassini, c’è una maggioranza di uomini diversi, parenti che ricorrono alla giustizia e non alla vendetta e giudici che emettono sentenze giuste.
Il Professor Ciconte, afferma che il “Femminicidio è parola terribile, agghiacciante, usata da qualche tempo a questa parte per indicare la soppressione violenta di una donna da parte di un uomo, marito, convivente, fidanzato, amante che sia. C’è una stretta relazione tra lo stupro e il femminicidio. Al fondo di tutto c’è il fatto che l’uomo non riconosce alla donna una volontà propria, un’autonomia di comportamento.
La donna deve sottostare ai voleri dell’uomo, altrimenti esso è autorizzato a stuprarla o a ucciderla. Quanto a definirlo Uomo, che uomo è chi tratta così una donna? Al fondo di tutto, stupro e femminicidio svelano in modo drammatico l’incapacità quell’uomo a conquistare una donna, ne mettono a nudo la fragilità , la debolezza, l’inconsistenza umana che vengono mascherate con la prepotenza, la tracotanza, la violenza estrema. Non c’è amore dietro questi episodi e neanche desiderio sessuale. Ci sono prepotenza, voglia di dominio, di sopraffazione. Uomini che pensano di essere forti, e che, invece, sono fragili, deboli“.