UNIONI CIVILI E DISAPPUNTO DELLE ASSOCIAZIONI LGBT: PROVIAMO A FARE UN RAGIONAMENTO

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di Giulia Noera

Chi mi conosce, sa che non sono una che ‘si accontenta’, eppure oggi non riesco a omologarmi alla rabbia delle associazioni LGBT e di tanti altri che si sentono ‘traditi e delusi’ da quello che è successo al Senato. Anzi, nell’ottica di considerare il Parlamento italiano abbastanza inadeguato sia nei ‘numeri’ che nelle ideologie per mettere mano ad una legge sui diritti civili, io oggi sono (abbastanza) contenta. Poteva andar peggio. Sarà che sono un’ottimista, sarà che mi piace considerare il ddl come un ‘cavallo di Troia’ dei diritti definitivi, oggi mi sembra una buona giornata.

Visceralmente, potrei dirvi che condivido in pieno il loro sentimento, quello delle associazioni intendo, che è anche il mio: questa legge brutta mette ‘i puntini’ ancora una volta sulle differenze, piuttosto che sulle uguaglianze, ma lo fa, a mio avviso, in modo più simbolico che pratico. La storia della ‘fedeltà’, in pratica, vuole sottolineare, nella teoria, l’assunto che le coppie omosessuali siano promiscue per definizione (???): naturalmente sappiamo tutti, anche ‘loro’, che così non è in realtà o, perlomeno, CERTAMENTE l’infedeltà NON E’ una prerogativa delle coppie omosessuali, e questo diventa uno spauracchio per la futura ‘stepchild’ davanti ad un giudice. Ma le corti italiane (ed anche la Corte Europea) hanno dimostrato e sancito il diritto alla adozione del ‘figliastro’ anche da parte delle coppie omosessuali ormai da anni: certo, sarebbe stato GIUSTO, sacrosanto, avere una legge che apre le porte al procedimento (quasi-perchè così era anche CON la stepchild) d’ufficio, ma a mio avviso sarà il passo successivo, inevitabile. In sintesi, sull’altare di ‘due stralci’, certamente più teorici che pratici (perchè PRATICAMENTE, mi dovete spiegare cosa sarebbe cambiato se fossero stati parte della legge finale) , oggi ABBIAMO UNA LEGGE che riconosce DI FATTO TUTTO IL RESTO.

Cioè, da domani (si fa per dire!) la COPPIA OMOSESSUALE viene di fatto riconosciuta come tale DALLA LEGGE.

Ora, io temevo che lo stallo e l’incapacità di questo Parlamento barcollante nei numeri e nelle ideologie (stallo che avevamo dal 2007, quando si era parlato di DICO, massacrati dal governo Prodi) avrebbe portato ad un ennesimo rinvio del tutto, con la conseguenza che, ancora una volta, non se ne sarebbe fatto niente. Allora, il mio ‘ragionamento, non di pancia, mi porta a pensare non di accontentarmi, ma di pensare al ddl come un primo VERO passo verso l’acquisizione dei diritti definitivi. D’altro canto tutti i diritti, delle donne, delle persone di colore, hanno avuto una progressione, mica sono stati acquisiti tutti insieme. Di fatto, e ripeto, sconfessatemi se potete, da ieri abbiamo UNA VERA LEGGE che pone una pietra miliare (ebbene si, devo per forza chiamarla così, visto che ci siamo arrivati 10 anni dopo la ex cattolicissima Spagna!) nel cammino dei diritti anche in questa nazione insulsa che è l’Italia.

D’altro canto sarà ‘la storia’ ( e le nostre storie personali) a far capire a questi quattro inetti quanto si siano sbagliati nel non riconoscere immediatamente la dignità di tutti noi. 

 

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